La Cappella di Sant’Irene è stata edificata tra il 1858 -1859 “in segno d’attestato a Dio per aver preservato dalla crittogama (l’oidio) i vigneti” che a quel tempo rivestivano le colline della regione Serra a Chieri.
Di forma cilindrica e sormontata da una cupola e da un lanternino che ricordano la vicina basilica di Superga, la cappella di Sant’Irene è nota anche come Superghetta (la piccola Superga, “Superga cita”).
Al di sopra della porta d’ingresso e dell’invocazione alla santa è raffigurata Sant’Irene vergine con un giglio simbolo di verginità e martire con la palma simbolo del martirio con sullo sfondo alcuni elementi della collina retrostante. Più in alto, la campana chiama a raccolta i fedeli in occasione delle funzioni liturgiche.
Illuminato dalle finestre del lanternino, l’interno ha un altare a parete dotato di struttura in legno con candelieri elegantemente scolpiti. Le pareti, ritornate alle colorazioni ottocentesche grazie ad un restauro, sono scandite da lesene e nicchie che ospitano statue in gesso (restaurate nel 2016-17) e quadretti ex voto. La cupola raffigura un cielo stellato. Alla sommità del lanternino, una colomba. Il pavimento è in pietra di Barge.
Dal 2010, in concomitanza con i festeggiamenti per il 150° dalla sua consacrazione, la cappella è stata interamente restaurata attingendo a fondi propri e ai contributi del Comune di Chieri, della Fondazione CRT e della Compagnia di San Paolo e sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio.
Precedentemente, la piccola chiesa era stata oggetto di interventi di manutenzione nel 1928, nel 1945, nel 1973 e nel 1990.