Bastione della Mina

ll sistema di difesa medievale chierese fu oggetto durante il dominio francese (1551-1562) di un’opera di aggiornamento, dovuta all’importanza della piazzatorte ed all’inefficacia delle mura due-trecentesche della seconda cerchia rispetto alle nuove tecniche di assedio. Le zone prossime alle porte urbiche furono, cosi, rinforzate con la costruzione di cinque bastioni (il sesto, già esistente, era quello della Rocchetta alla Porta Gialdo, nell’attuale piazza Europa), in parte giunti fino a noi. Pare che vi lavorassero 2000 contadini. L’iniziativa si deve al maresciallo di Francia Charles de Cossé de Brissac, governatore in Piemonte per conto del re Enrico II.

II bastione denominato “della Mina” fu edificato a nord- ovest, tra la porta del Vairo o di Torino (sita davanti all’odierno ex stabilimento Tabasso) e la porta del Moretto (sita davanti all’odierno Tiro a Segno), il lato meno difeso della città. E’ il più grande ed imponente tra tutti, piuttosto alto, presenta un lungo “collo” (circa 20 metri) e due “orecchioni”, arrotondamenti ai lati. È paragonabile alle simili realizzazioni di Lucca e di molte altre città italiane.
Si presume che ideatore ne sia stato l’uomo d’armi lombardo Francesco Bernardino Vimercate, governatore di Chieri ed ingegnere militare.
Fu costruito in uno dei punti deboli delle fortificazioni, che fortunatamente non subirono attacchi: non vi furono fatti d’arme in città, se non alcuni episodi. Nel 1639 le truppe della reggente al ducato di Savoia entrarono a Chieri senza assediarla per la resa immediata della città e nel 1691 il generale francese Feuquières minacciò Chieri di incendio, ma fu placato da una grande somma di denaro offertagli dagli abitanti.
Nella Cherium Civitas del Theatrum Sabaudiae (Amsterdam 1682), il Bastione della Mina appare abbellito da filari di alberi ben disposti sul collo e sulla punta. Il pozzo è disegnato al centro della cuspide, mentre si trova al principio del collo.
L’abbondante vegetazione che vi è cresciuta ha in parte occupato lo spessore murario, al punto da non poter essere rimossa senza grave pericolo per le strutture.
Al di sotto della punta, in parallelo con il perimetro del baluardo, si estende un cunicolo facilmente percorribile, ma non ancora sicuro. Ai lati del manufatto si aprono gli ingressi, attualmente protetti da grate metalliche.

Sotto il collo del bastione corre la statale Torino – Asti.

Sorreggono i due accessi al forte i due arconi in cemento, costruiti nel 1952 dopo l’ abbattimento di un buon tratto di cortina muraria per fare posto alla statale e allo stabilimento Tabasso. Un segmento delle mura è visibile in via Bastioni Della Mina, recandosi nel nuovo parcheggio.
Presso l’Archivio di Stato di Torino (biblioteca antica, manoscritti architettura militare, vol 1) si conservano alcuni disegni delle fortificazioni chieresi. Uno di essin reca la dicitura “Chieri” di mano del duca Carto Emanele 1, che governò dal 1580 al 1630. La dinastia sabauda fece realizzare nei secoli una rete di piazzaforti poste a difesa dello Stato.
Altro disegno interessante è quello del vicentino Francesco Horologi, che in un suo codice manoscritto (Breve raggione del fortificare, Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Fondo Magliabechiano) traccia una realistica pianta della cerchia muraria, con il Nord orientato verso il basso.
Bisogna notare che le fortificazioni bastionate di Chieri nei secoli successivi furono solo sottoposte a manutenzione. Nel 1850, con la vendita delle mura ai privati e la distruzione delle anguste porte, inizia il declino per questo recinto, a noi giunto solo a tratti. Un principio di valorizzazione ha riguardato in tempi recenti la zona della porta del Nuovo, in via Tana angolo viale Fasano, con il trattamento a giardino dell’area circostante quel tratto di mura. Si segnala anche il cospicuo tratto di vicolo Albussano, inglobato nel convento delle Benedettine, dove il muro ha mantenuto l’altezza originaria.

Bibliografia:
– G. TESSIORE, Cronologia della città di Chieri, Geuna, Chieri 1891
– G. LANGE, Le mura di Chieri, Atti del X Congresso di Storia dell’Architettura (Torino 1957), Centro di Studi per la Storia dell’Architettura, Roma 1959, pp. 127-146
– S. RICCA, S. RONFETTO, S. ZINNI, Le mura di Chieri: il Bastione della Mina. Rapporto tra elementi edilizi e vegetazione nel sistema costruttivo. Analisi e progetto di restauro per la conservazione, tesi di laurea, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, a. a. 2001-2002, rel. Maria Adriana Giusti e Grazia Tucci


Si ringrazia Aldo Actis Caporale per alcuni suggerimenti.

 

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