IL controllo del borgo di Moriondo fu appannaggio in epoca medievale, prima dei Marchesi di Monferrato e poi della Repubblica di Chieri. Il castello passò nel 1254 sotto il controllo del comune chierese e, da tale data, fece parte del suo distretto. Presso il castello nel 1339 i guelfi chieresi riportarono una vittoria militare nei confronti degli astigiani. Il feudo venne acquisito nei secoli da numerose ed illustri famiglie piemontesi, quali i Biandrate di San Giorgio, i Solaro di Govone, e gli Scaravelli. Il matrimonio di una Scaravelli con il marchese di Montaldo, Mattia Ignazio Faussone, determinò il passaggio del castello di Moriondo alla famiglia Faussone, i cui appartenenti si impegnarono nei lavori di trasformazione del manufatto da fortezza difensiva a residenza signorile.
Il nome della località deriva dall’orografia della collina su cui è posta, dalla forma rotonda, da cui Mons rotundus. Il castello è citato dal Casalis nel suo Dizionario, come “molto antico con grande torre, munito di bastioni e torrente”. L’ immagine del castello si è conservata abbastanza fedele all’ epoca d’origine perché sia gli interventi dei Faussone sia quelli ricostruttivi dell’ Ottocento non sono stati mirati a stravolgere la morfologia dell’edificio; anche i lavori di restauro recentemente eseguiti dimostrano di essere stati condotti con consapevolezza e attenzione. Gli elementi più significativi per la loro autenticità risultano il mastio interno e la torre porta.
Le aggiunte di epoche successive sono messe in risalto e non mimetizzate, le murature consentono un’agevole lettura delle stratificazioni degli interventi su di esse, cosi come le torrette, che ancora rimangono, testimoniano lo svolgersi dell’antico impianto, e si espongono al tempo stesso come un valore di memoria ben conservata.
Il castello oggi è residenza e proprietà privata.