La prima citazione del luogo risale al 1047, quando l’imperatore confermò ai canonici torinesi di San Salvatore molti possedimenti chieresi. La località successivamente orbitò sempre attorno al comune di Chieri che nel 1235 riconobbe cittadini e confederati i suoi signori. Provenendo da Chieri, imponente svetta sulla collina il castello: risale forse ai primi decenni del XIV secolo visto che gli archetti trilobati sono documentati a Chieri alla fine del XIII; venne modificato nel corso dei secoli nell’adattamento dell’architettura da fortificata a residenziale. Il castello mostra nella bertesca, la torretta pensile munita di feritoie che domina uno spigolo della costruzione, la sua primitiva funzione difensiva.
Il primo documento nel quale è citato un castello a Pavarolo (verosimilmente un villaggio fortificato) è l’atto dell’imperatore Enrico III, datato 1047. Esso, almeno in alcune sue parti, sarebbe stato perciò la più antica costruzione del paese,
Nel corso dei secoli l’edificio venne rimaneggiato: ampliato all’esterno, ma anche rifatto all’interno, dove è andata totalmente persa l’originale distribuzione dei locali.
Quella che in origine era la sede di un presidio militare, che fu al centro di eventi bellici al tempo delle scorrerie di Facino Cane, diventò dimora nobiliare e quindi privata. Appoggiato sulla cima del colle su cui sorge Pavarolo, il castello è una massiccia costruzione a pianta rettangolare, circondata da un piccolo parco e da muri di sostegno che potrebbero essere resti di una antica cinta difensiva. Se si escludono alcuni tratti basamentali delle mura esterne, nelle quali compaiono anche grosse pietre non lavorate, esso è costruito interamente di laterizi. Uno degli elementi più evidenti dell’antica struttura difensiva, insieme alla serie di quattro finestre ad arco ogivale ora chiuse da pareti di mattoni e da resti di decorazione in cotto, è la torretta pensile, mozzata, che spicca al vertice del lato sinistro. Si tratta di una torretta, munita di feritoie, aggettante rispetto al corpo della costruzione. Sul lato che dà sull’attuale via Barbacana, a pochi metri dal muro perimetrale del castello, si trova un resto di quello che forse era l’antico barbacane (tanto che il nome sarebbe passato alla via sottostante) opera esterna di rinforzo dell’antica fortificazione. Sul lato opposto del castello, una bassa costruzione sulla quale è stata ricavata anche la scala d’accesso al castello stesso, copre il pozzo. Profondo un’ottantina di metri, esso è certamente tra gli elementi più antichi del complesso.