Il castello edificato sulla sommità della collina è citato nel 1231, quando l’edificio, prima controllato dai Biandrate, passa sotto il controllo del comune di Chieri. E noto che l’aspetto attuale è frutto delle trasformazioni operate tra XVI e XVIII secolo dalla famiglia Balbis di Ceva.
La pianta presenta una forma ad “A” maiuscola (SEREN ROSSO, 1999) per adeguarsi all’orografia della collina. L’edificio conserva le facciate in laterizio nella parte bassa e intonacate in quella superiore. Di particolare interesse sono il portone in pietra lavorata con gradevoli decorazioni con bugne a “diamante”, cui si accede mediante un ponte, e il ciclo di affreschi che orna il cortile interno. Il manufatto è stato ampiamente trasformato durante la sua conversione da edificio difensivo a residenza signorile, tuttavia si può ancora cogliere la mole di una delle antiche torri, seppur ingentilita da decorazioni plastiche e da intonacatura, elementi più affini alla nuova funzione. L’utilizzo come casa di riposo per anziani è ormai consolidato da tempo, e proprio grazie a questo uso la struttura viene costantemente monitorata e restaurata.