Nella sede di Carreum Potentia fa bella mostra di sé una gigantografia che occupa quasi un’intera parete del locale (figura 1). Si tratta di una presenza che da oltre vent’anni ricorda ai “carreumisti” ed ai loro ospiti com’era Chieri alla fine degli anni Quaranta-inizio Cinquanta del secolo scorso.
La grande immagine è stata donata nel settembre del 2002 dalla famiglia Villata-Anfossi, che ancora oggi ringraziamo per aver stimolato la nostra memoria nel comparare un tempo trascorso ormai da oltre settanta anni e, al tempo stesso, per aver sollecitato i nostri pensieri nel constatare la vastità del fenomeno antropologico del quale siamo parte attiva.
La fotografia mostra il panorama di Chieri rivolto a ovest/nord-ovest, ripreso dalla sommità del campanile della chiesa di San Domenico. È visibile l’Arco trionfale e una parte della “via Maestra”, una parte del centro storico, il campanile di Santa Maria della Scala e una porzione del Battistero. Sul lato sinistro di via Vittorio Emanuele II (per chi guarda), si vede una distesa di tetti non ancora interrotta dai palazzi che dall’inizio degli anni Sessanta cominciarono a popolare il paesaggio. È nettamente visibile il profilo dello stabilimento “Cotonificio Stefano Vergnano” (oggi sede dell’ipermercato Carrefour) che con la sua alta ciminiera sembra quasi voler segnare il confine dell’area abitativa. Sulla stessa linea visiva appare il profilo del “Cotonificio Felice Tabasso” che, poco al di là dell’immancabile ciminiera, mostra la sua torre/cisterna, costruita intorno al 1947 presumibilmente dopo l’acquisizione dell’allora adiacente tessitura Ostino; un ampliamento territoriale che richiese l’apertura dell’attuale via Fratelli Giordano – via che consente di accedere al corso Bruno Buozzi – con la conseguente interruzione del viale alberato (l’attuale viale Fiume) che terminava con la statua del conte Rossi di Montelera situata all’incirca all’altezza dell’attuale bar Caffè Letterario.
Le colline che appaiono sullo sfondo, alle spalle di questa immaginaria linea abitativa, sono sì punteggiate di costruzioni, ma appaiono rade; e anche a Pino Torinese, pur presentando una maggiore concentrazione di abitazioni rispetto al resto della collina, la densità abitativa che ci appare non trova confronto con la densità attuale. Eppure, va considerato che in quel tempo la sola via di comunicazione per scavalcare la collina, provenendo da Torino, era la via: Reaglie, Pino Torinese.
Soprattutto, sulla collina dell’Eremo e quella del Col della Maddalena non è ancora presente la selva di antenne e ripetitori che le popolano attualmente. E poi, un po’ più oltre, puntando lo sguardo sulla collina di strada Turriglie, dove si vede netto il profilo dell’unica torre (poco a sinistra della guglia del campanile di San Domenico), si nota tutto intorno l’assenza quasi completa degli insediamenti abitativi che a partire dai decenni successivi riempiranno quasi completamente quegli spazi, nascondendo la torre – ancora visibile oggi se si percorre strada Turriglie a piedi e ci si sofferma sul punto dal quale la torre si intravede – tra due unità abitative plurifamiliari e gli alberi che le circondano.
Se si fa un confronto con il panorama della gigantografia degli anni Quaranta-Cinquanta con un identico paesaggio ripreso nel giugno del 2023 (figura 2), cioè settanta-settantacinque anni dopo, ebbene, nonostante un numero maggiore di alberi che costellano il panorama delle colline chieresi, appare netto quanto l’area abitativa si sia espansa, al punto da sembrare un unico centro urbano che si espande dal centro della città alle colline che la circondano.
Ancora più sorprendente appare il confronto con una fotografia dei primi decenni del secolo scorso (1) che riprende la porta del Gialdo (figura 3), ed una pari fotografia scattata sempre nel giugno 2023 (figura 4): la città allora terminava all’altezza del convento delle Benedettine Cassinesi, mentre oggi …
Eppure, gli abitanti del Comune di Chieri nel 1931 erano poco meno di 15.000 (2) e nel 1951 erano di qualche centinaio oltre la stessa cifra, mentre nel 2022 la popolazione risulta di poco inferiore ai 37.000 abitanti, ovvero, due volte di poco superiore rispetto a settantadue anni fa. Ma, seppure in questo periodo di tempo la popolazione si sia moltiplicata di circa tre volte, gli spazi abitati, le costruzioni realizzate, le aree occupate dalla viabilità e dai servizi necessari alla cittadinanza, nonché le aree occupate dalle attività industriali e commerciali, risultano visivamente essere cresciute ben oltre le tre volte: è il confronto delle immagini ci dà una concreta visione della realtà.
Dunque, le considerazioni sono materia propria del sé. Ciò che è importante è conoscere, e conoscere è frutto, ad esempio, della disponibilità di documenti. Perciò, ringrazio coloro che hanno realizzato queste immagini, sia quella degli anni Quaranta/Cinquanta sia quella del Novecento/Novecentotrenta (Giuseppe Ferazzino?), perché ci permettono di conoscere l’epoca in cui viviamo confrontandoci con i fatti del tempo trascorso e non con le sole impressioni.
Per Carreum Potentia, Dario Franceschi
P.S. Chiunque sia in grado di fornire la data, cioè l’anno in cui è stata scattata la fotografia del panorama di Chieri (Figura 1), riceverà la nostra sincera gratitudine.
Bibliografia:
1. E. Bassignana, P. Chiara, M. Ghirardi, R. Vozza, Chieri com’era. Foto e cartoline chieresi della prima metà del Novecento dalla collezione di Gigi Chiosso, Edizioni Il Corriere, febbraio 2005.
2. Dati ISTAT https://ebiblio.istat.it/digibib/Sommario%20Statistiche%20Storiche/SBL0509344Comuni_e_pop_cens1861_1951.pdf