Come Gaetano Martano nascose una signora ebrea

Gaetano Martano nel 1950.

«Bruno Sacerdote era un rappresentante torinese della Tessitura F.G.Martano. Poiché era ebreo, quando le cose cominciarono a mettersi male, decise di allontanarsi dalla città e portare la famiglia in un posto più sicuro, trasferendosi con la moglie e la figlioletta in collina e nascondendosi in una casa di cura (come del resto facevano molti ebrei a quel tempo). Abitava con loro anche la madre del rappresentante, il quale cercò per lei un’altra soluzione chiedendo aiuto all’amico Gaetano Martano, in quale decise di nasconderla in una camera situata di fronte alla panetteria di suo padre. Il signor Sacerdote gli aveva dato anche un sacco con tutti i suoi averi: lui lo portò in cantina, fece un buco nella terra molle e lì lo nascose senza nemmeno guardare che cosa ci fosse dentro; lo tirò fuori per restituirlo solo alla fine della guerra. La signora ebrea si chiamava Lebliz; stava chiusa in casa quasi tutto il giorno.

Purtroppo, anche a causa dell’età avanzata, una mattina fu trovata morta; Gaetano era preoccupatissimo: che fare? Era un’ebrea ma nessuno doveva saperlo. Come fare le esequie, dove portarla? Chiese aiuto al parroco, don Lucco Castello, il quale risolse il problema senza ansia e in fretta: fecero una finta sepoltura cristiana tenuta da un chierico e una decina di persone accompagnò le spoglie nel nostro cimitero, dove fu sepolta tra i nostri concittadini, e i tedeschi che per la strada avevano visto passare il carro non si accorsero di nulla.

Dettaglio della pergamena donata dalla comunità Ebraica

Solo alla fine della guerra si provvide a far traslare la salma; per riconoscenza, il fratello di Bruno Sacerdote, che aveva conoscenze in alto loco, fece sì che Gaetano fosse nominato commendatore del “Reale Ordine di Cipro e Gerusalemme”.

Gli anni passarono e tutto finì in fondo ai cassetti dei ricordi. Fino a quando un giorno telefona in municipio un signore che chiede se qualcuno conosce un certo Martano; l’impiegato gli consiglia di chiedere direttamente al sindaco, che si chiama Martano pure lui, e si instaura un primo contatto.

Nel corso di quel primo colloquio, e in altri successivi, si scoprì che quel

Bebi Martano con la pergamena di ringraziamento.

signore, nipote della signora Lebliz, aveva trovato tra le carte di casa una lettera in cui il figlio Bruno faceva riferimento all’accaduto, esprimendo grande riconoscenza e affetto; lui aveva avuto quindi il desiderio di conoscere quella famiglia, saperne di più e capire dove la sua parente fosse sepolta. Claudio Martano gli raccontò così tutto quello che aveva saputo da suo padre Ottavio.

Dopo qualche tempo, arrivò dalla Comunità Ebraica di Torino l’invito a recarsi ad una cerimonia del ricordo, nel corso della quale la famiglia Martano ricevette una pergamena di ringraziamento per l’atto generoso di Gaetano e per il coraggio con cui aveva sfidato i tedeschi per dare dignità e salvezza alla sorella ebrea».

Per Carreum Potentia, Rosanna Perilongo

Dai ricordi del figlio Bebi Martano, tratti dallo Zibaldone Chierese 3. Fatti, luoghi e personaggi, a cura di Associazione culturale “Giuseppe Avezzana”, 2019.

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