La tessitura: luoghi, persone, curiosità – 2ª parte

Nella puntata precedente (settembre 2022) ho già accennato a persone ingegnose che nei secoli hanno contribuito allo sviluppo della tessitura, rammento al lettore: Rabano Mauro Magnezio (abate del IX secolo) e Filippo Brunelleschi (1733-1446) le cui macchine da sollevamento, derivate dalla civiltà romana, erano mosse da ingranaggi a pioli rimpiccioliti, i quali ispirarono Leonardo da Vinci (di cui ho scritto nelle Newsletter di marzo e giugno 2019) a progettare oltre un centinaio di attrezzature e congegni per la tessitura.

Tratterò ora di altri personaggi conosciuti nell’ambito tessile perché il loro cognome è tuttora sinonimo di un tessuto, di una lavorazione o di un macchinario.

Senza dimenticare lo stuolo di artigiani, falegnami e, dalla rivoluzione industriale in poi, di meccanici che hanno realizzato congegni e macchinari; persone sconosciute a cui va riconosciuto il merito di aver interpretato le bozze e i disegni progettuali dei nostri inventori e, perché no, realizzato componenti rispondenti alle richieste dei tessitori esperti, realizzando ogni sorta di congegno atto a formare una macchina più complessa.

Con un salto temporale di tre secoli (nel 1504 Leonardo disegnava un telaio con navetta sul Codice Atlantico “folio 895, recto”) arriviamo agli inizi del 1800.

Jean Marie Joseph Jacquard

Il francese Jean Marie Joseph Jacquard, figlio d’arte perché il padre, piccolo coltivatore di Couzon (Lione), lasciò le proprie occupazioni rurali per impiegarsi come operaio per la fabbricazione di broccati e sete presso una tessitura, mentre la madre era “leggitrice” dei disegni per la fabbricazione di tessuti operati. Il giovane Jacquard, dopo vari lavori e interessato anche lui alla tessitura, ottenne un brevetto (1801) per la realizzazione di una macchina che permettesse di sostituire gli operai tiratori di licci nella lavorazione dei tessuti operati.

In questa prima invenzione, si era limitato a realizzare un sistema a guide dentellate che permettesse di selezionare i licci; questo dava la possibilità al tessitore di eseguire tutto il lavoro senza l’ausilio dei tiratori di licci, generalmente ragazzi-apprendisti.

Nel 1803, la Société d’Encouragement pour l’Industrie Nationale mise in palio un premio per chi avesse realizzato un campione di rete da pesca fabbricato a telaio, o con qualsiasi altro mezzo che ne accelerasse la confezione. Jacquard progettò, basandosi su precedenti realizzazioni meccaniche dei suoi connazionali (Basile Bouchon nel 1725; Jean Baptiste Falcon nel 1728 e Jacques Vaucanson nel 1740), un congegno munito di schede perforate che, abbinato al telaio tessile orizzontale, automatizzava la tessitura di reti da pesca, ma anche di tessuti a disegni complessi. Il dispositivo comandava contemporaneamente l’immissione dei fili nei punti desiderati fra trama e ordito, ed è considerato il precursore del calcolatore elettronico.

Due anni dopo, il 18 dicembre 1805, ottenne il brevetto per la fabbricazione delle reti da pesca, il congegno venne inviato a Parigi per essere esaminato al Conservatoire des Arts et Métiers da una apposita commissione; dopo l’esito positivo Jacquard venne presentato a Napoleone e a L.N. Carnot, fisico, ingegnere e matematico, che rimasero sbalorditi dall’ingegno e dall’ abilità nel realizzare una macchina in grado di fare dei nodi con un filo continuo.

Il telaio fu dichiarato proprietà pubblica nello stesso 1805, il signor Jacquard fu ricompensato dall’imperatore con una pensione a vita di 3000 franchi annui, più una percentuale per ogni esemplare prodotto e venduto. Negli anni seguenti, egli continuò a perfezionare la sua meccanica; entro breve tempo i telai, che per estensione di linguaggio furono semplicemente denominati “Jacquard”, raggiunsero in Francia e successivamente in Inghilterra una grande diffusione. L’inventore fu insignito, nel 1819, con la croce dalla Légion d’honneur.

L’apparato Jacquard era posto in alto del telaio orizzontale, sostenuto da una opportuna incastellatura, i fili che scendevano per formare il tessuto erano definiti “campata”, la quale poteva essere formata anche da 12.800 fili, passati uno per uno in asole opportune.

Telaio Jacquard: la “campata” di fili e, in basso, il fascio di schede perforate, immagine tratta da: Scienzati e Tecnologi. Contemporanei, EST Mondadori 1974, p. 162.

Presso il Museo del Tessile di Chieri esistono alcuni esemplari funzionanti: uno, maestoso, è conservato nell’ ex Cappella del Monastero delle Clarisse Cappuccine (sede del Museo) oggi sala espositiva e di conferenze. Consiglio di osservare i dettagli, oltre alla spettacolare campata di fili e il tessuto lavorato sono da notare le parti accessorie del telaio: pulegge di rimando del moto di lavoro, leve per l’azionamento dei vari meccanismi e anche le staffe metalliche angolari di rinforzo forgiate manualmente, valido esempio dell’abilità pratica, dell’esperienza e della passione delle persone di cui ho accennato prima.

Curiosità del telaio Jacquard

  • L’operazione del passaggio dei fili e l’alzata dei licci, veniva eseguita da due collaboratori-apprendisti, quindi questa invenzione che “automatizzava” il lavoro, non fu ben accolta dai giovani operai per timore di perdere il posto di lavoro, e scatenò la rivolta dei Canuts, i tessitori di seta di Lione. La protesta si diffuse poi in tutta Europa in rapporto alla diffusione del congegno stesso e sovente fu repressa con la forza, in alcuni casi, l’inventore venne addirittura minacciato di morte.

  • Negli anni Trenta dell’Ottocento, la ditta “Giuseppe Radino & Figli” fu la prima, a Chieri, ad utilizzare i telai Jacquard per la manifattura delle coperte.

  • Il filosofo, matematico e scienziato Charles Babbage (1791-1871) ebbe per primo l’idea di un calcolatore meccanico programmabile; eclettico inventore (dai sistemi di navigazione marittima, a strumenti per la misura della trazione ferroviaria, alle comunicazioni ottiche ecc.) cercò di alleggerire il lavoro dei matematici, dei scienziati, e dei tecnici finanziari costruendo, a partire dal 1823, il prototipo di una macchina calcolatrice intuita un decennio prima, il Difference Engine n.1, capace di tabulare fino a otto decimali. Negli anni ‘30 dell’Ottocento stava progettando un’ulteriore macchina analitica; il nuovo progetto era basato sul meccanismo a schede perforate ideate da Joseph M. Jacquard (i fori delle schede determinavano dove doveva passare il filo di trama in rapporto all’ordito per creare un tessuto operato). Per similitudine, Babbage adottò questo sistema in modo che generasse operazioni matematiche: un processore aritmetico calcolava i numeri, un’unità di controllo determinava la corretta esecuzione, un meccanismo in uscita ed una memoria meccanica contenevano i numeri in attesa di essere elaborati. La “macchina analitica” venne presentata al II° Congresso degli Scienziati Italiani svoltosi a Torino nel 1840, Babbage stesso presentò il calcolatore ai colleghi G. A. Plana, L. F. Menabrea e Amedeo Avogadro.

[continua]

Per Carreum Potentia, Franco Mazzone

Bibliografia:

_ M. Baiotti (a cura di), Ricerche su Charles Babbage, Edito in proprio.

_ AA. VV., Scienzati e Tecnologi. Contemporanei, EST Mondadori 1974.

_ R. Perilongo, La storia del chierese nel XIX secolo, in «Corriere» (2007).

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