Si chiamava Francesco della Rovere, aveva sedici anni quando nel 1430 giunse a Chieri. Era nato infatti il 21 luglio del 1414, a Celle in Liguria. Apparteneva all’Ordine dei frati minori conventuali e nel 1430 venne a Chieri per studiare filosofia naturale, sotto la guida di fra’ Galasso da Napoli, presso il Convento di San Francesco (attuale sede del Municipio).
Lasciò Chieri l’anno dopo, nel 1431, per raggiungere Pavia e proseguire i suoi studi.
Incerto, invece, è il suo ritorno a Chieri tra il 1432 e il 1435 come insegnante tirocinante.
Altre città lo accolsero per perfezionare i suoi studi e per iniziare la carriera di insegnante: Ferrara, Bologna, di nuovo Pavia dove venne ordinato sacerdote, poi Venezia, Padova, Firenze, Perugia, Roma. Il 18 settembre 1467 fu creato cardinale. La mattina del 9 agosto 1471 venne eletto Papa e assunse il nome di Sisto IV. E Chieri, nonostante la brevità della sua permanenza, gli rimase certamente nella memoria e nel cuore. Solo così si spiega un suo gesto significativo e altamente simbolico. Durante il suo pontificato (1471 – 1484) fece recapitare un suo grosso anello pontificale ai Canonici di Santa Maria della Scala in Chieri, con la richiesta di infilarlo al dito indice del prezioso reliquiario di Santa Basilissa. Il reliquiario, a forma di braccio, era stato realizzato nel 1388 da Nicolao de Subrinis, ed è certo che il sedicenne Francesco della Rovere ebbe modo di vederlo e venerarne la reliquia.
Egli rimase a Chieri per poco tempo, ma gli bastò per respirare l’aria della Chieri del Quattrocento: i suoi palazzi, le sue chiese, il Duomo ancora in costruzione, l’attività dei banchieri, dei commercianti di tessuti e soprattutto la grande devozione che la città aveva nei confronti di San Giuliano, Santa Basilissa e Santa Genesia che la sorte, affidata a un carro trainato da due buoi, il 21 maggio 1187 portò a Chieri, dopo il loro ritrovamento su un terreno posto sul confine tra la città e Andezeno. Il suo fu un grande gesto a coronamento di una grande devozione che la città esprimeva in vari modi, soprattutto verso Santa Basilissa.
La notte del 12 luglio 1973 anche questo reliquiario fu trafugato insieme a tutto il Tesoro del Duomo. Fu ritrovato a Milano in un noto ristorante nell’ottobre del 1975, grazie ai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Roma: danneggiato, privo della reliquia della santa e privo dell’anello di Sisto IV. Ci resta il significativo gesto di un Papa, che ricordava i suoi trascorsi giovanili a Chieri. Gesto di cui mi pare bello fare memoria.
Per Carreum Potentia, Roberto Toffanello