
La presenza ebraica a Chieri, pur non essendo mai stata molto numerosa, è tuttavia antica di svariati secoli. Aldo Levi, l’ultimo della sua famiglia che tanto diede alla nostra città per cultura e testimonianza, raccontò anche la storia della sua famiglia.
Appartenente alla comunità Sefardita, durante il Medioevo essa abitava in Spagna ma, dopo la Reconquista nel 1492 fu espulsa dai sovrani Isabella di Castiglia e Ferdinando di Aragona. Non è stato possibile ricostruire interamente il percorso fatto dagli antenati di Aldo dopo aver lasciato la penisola iberica, ma la loro presenza a Chieri è documentata a partire dal 1700.
Tra di loro sono da ricordare David Levi, primo vero imprenditore tessile e sindaco di Chieri durante la dominazione napoleonica; suo nipote il patriota poeta David Levi, che scrisse diverse opere tra cui Ausonia, vita d’azione (dal 1848 al 1870); Emanuele Levi, che durante l’adolescenza scrisse un interessante diario sulla sua vita di giovinetto (Il giornale di Emanuele, 1822); e Zaccaria Levi, garibaldino.
Figlio del negoziante Donato e di Telzela Lattes, Zaccaria (nonno di Aldo) nacque a Chieri il 18 maggio 1847. A 19 anni, il 21 maggio 1866, si arruolò nella Legione garibaldina per combattere per l’indipendenza dell’Italia. Quando Garibaldi fu messo dal Governo a capo di 40.000 uomini, Zaccaria, assegnato al 29° Reggimento di fanteria – 1° battaglione – 4a Compagnia, prese parte alla campagna di guerra combattuta nell’Italia di nordest contro l’Austria.
Sul suo libretto militare, conservato fra i ricordi della famiglia insieme alla camicia rossa dei garibaldini, è riportato l’elenco dettagliato dell’equipaggiamento ricevuto, che era più modesto di quello dei soldati regolari. Oltre agli indumenti e alla biancheria sono annotati: due paia di uose, uno in tela e uno di cuoio, un kepì, una borsa di pelle, un ditale, due fazzoletti, una forbice, un pettine, uno specchietto, una borraccia, una tazza di latta, una gavetta, un cucchiaio, un tascapane, un fucile con baionetta senza bacchetta, sei pacchi di cartucce.
Per la partecipazione alla guerra Zaccaria fu autorizzato a fregiarsi della medaglia istituita con Reale Decreto 4 marzo 1869, con la fascetta della Campagna dell’anno 1866. Dopo il congedo, Zaccaria divenne sensale di prodotti agricoli e, poiché per il suo mestiere frequentava molte cascine, si dedicò alla sua passione per l’antiquariato raccogliendo una discreta collezione di mobili e oggetti d’uso.
Si sposò con Consolina Levi di Carmagnola, ed ebbe cinque figli: Giuseppe (morto in tenera età), Giacobbe, Donato Umberto (padre di Aldo), Tersilla ed Emilia.
Morì il 31 agosto 1917 ed è sepolto nella sezione ebraica del cimitero di Chieri, dove riposa anche Aldo.
Per Carreum Potentia, Rosanna Perilongo
Tratto dal Dizionario biografico dei Chieresi Illustri, Chieri 2010, p. 140.