Un’ opera di Guglielmetto Fantini al Museo Civico Lia della Spezia

Nel corso di una recente visita al Museo Civico Amedeo Lia della Spezia, ci siamo soffermati con piacere e sorpresa dinanzi a tre scompartimenti cuspidati di un polittico attribuito a Guglielmetto Fantini, il famoso artista chierese del XV secolo, rappresentanti la Crocifissione e le sante Caterina e Chiara.

Abbiamo inviato la fotografia dell’opera agli amici chieresi, per condividerla e per saperne di più sulla provenienza, insieme a una scheda della Fondazione Federico Zeri, trovata in internet, in cui per quest’opera risultano due collocazioni precedenti a quella del museo spezzino, purtroppo senza data. La prima la localizza nella chiesa di S. Maria delle Grazie a Chieri e la seconda presso l’antiquario Giovanni Salocchi a Firenze.

Quel che abbiamo saputo ci ha parzialmente illuminati (parzialmente perché non si sa ancora tutto su

Immagine con le due parti del polittico; quella superiore conservata ora al Museo Civico Lia della Spezia, quella inferiore a Palazzo Madama a Torino.

Fantini): una cappella della famiglia Tana si trovava sia nella chiesa di San Francesco (che però non risulta sia mai stata dedicata alla Madonna delle Grazie), sia nella chiesa di Sant’Agostino che in origine era proprio dedicata alla Beata Vergine delle Grazie. Forse il polittico si trovava lì e, dopo la soppressione di quel convento e la distruzione di quella chiesa, ha cominciato a viaggiare; oltre alle tre scene cuspidate sopra citate (che si trovavano sulla parte sommitale), la parte centrale del polittico comprende una Natività di Gesù affiancata dai santi Giovanni Battista e Francesco d’Assisi che oggi si trova a Palazzo Madama di Torino.

Se in un primo momento queste informazioni ci sono parse sufficienti, abbiamo poi cercato di ampliarle per quanto possibile per condividerle con tutti i lettori e magari trovare qualche nuovo spunto: la chiesa di Sant’Agostino venne demolita durante l’occupazione napoleonica, all’inizio dell’Ottocento, e se l’opera di Fantini si trovava lì evidentemente venne spostata da un’altra parte. Segue un periodo in cui non si sa dove sia stata fino all’acquisto da parte di Amedeo Lia che dev’essere avvenuto tra il secondo dopoguerra, quando iniziò a collezionare opere d’arte, e il 1995, quando donò l’intera sua collezione alla città della Spezia. Quindi, resta un vuoto di più di un secolo.

Considerando che l’altra parte del polittico è a Torino, abbiamo cercato ulteriori informazioni sia in internet sia sul volume pubblicato dall’associazione Avezzana, il Dizionario biografico dei Chieresi Illustri, alla voce “Guglielmetto Fantini” scritta da Antonio Mignozzetti. I tre scomparti centrali esposti a Palazzo Madama raffigurano la Madonna con il Bambino e i santi Francesco e Giovanni Battista, racchiusi in una montatura lignea intagliata e dorata (imitante cornici quattrocentesche come recita la scheda descrittiva che l’accompagna). Nella scheda si legge inoltre:


«Per una ricostruzione ipotetica del polittico, diviso tra il Museo Civico di Arte Antica di Torino e il Museo Civico Lia di La Spezia e composto in origine di almeno cinque tavole maggiori e di altrettante cuspidi si veda G. ROMANO, 1996, p. 167. Secondo una comunicazione dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma (e si veda una vecchia fotografia dello stesso ICCD: negativo n. GNF D883), il complesso già rimaneggiato, formato dalla Vergine col Bambino fra san Francesco e il Battista nel registro principale, la Crocefissione nella cuspide centrale, santa Caterina d’Alessandria e santa Chiara in quelle laterali, comparve sul mercato antiquario a metà degli anni Venti del secolo scorso, e di lì a poco fu ulteriormente smembrato. La fotografia citata, sul retro della quale era registrato un rimando di Roberto Longhi alla scuola siciliana intorno al 1470, fu segnalata da Federico Zeri a Mauro Natale, il quale nel 1984 rese noto il frammento oggi al Museo Civico di Torino (V. NATALE, 1984; L. AVEZZA, 1997). Baiocco 2006 propone una nuova ipotesi di montaggio: CONTINUA IN ANNOTAZIONI».

Quindi, a questo punto, sappiamo che fino alla metà degli anni Venti del secolo scorso il polittico era ancora intero e venne successivamente smembrato. Sarebbe interessante leggere l’ipotesi di montaggio di Baiocco, non disponibile in internet purtroppo. Tuttavia, c’è un’altra annotazione interessante di Giovanni Romano, il quale propone di non accettare come definitiva la ricomposizione in trittico della parte a Palazzo Madama: «L’atteggiamento di ambedue i santi suggerirebbe piuttosto una loro collocazione alla sinistra della Madonna, lasciando liberi, a destra, due spazi per altri due santi, uno dei quali francescano (Ludovico da Tolosa o Bonaventura). Oltre alle due figure maggiori mancherebbero quindi all’appello due cuspidi credo riservate all’angelo annunciante e alla Vergine Annunciata». (cfr. Romano, 1998, pp. 17-18).

Un altro dettaglio che accresce l’importanza di quest’opera, al di là del suo valore artistico, è che, grazie alla parte conservata a Palazzo Madama e alla sagacia di Secondo Caselle, è stato possibile attribuire a Guglielmetto Fantini importanti opere conservate a Chieri, prima fra tutte il ciclo di affreschi nel Battistero (per i dettagli vedere il brano dedicato all’artista sul Dizionario biografico).

Per completezza aggiungiamo una nota biografica del collezionista Amedeo Lia.

Nato a Presicce, Lecce, nel 1913, morto a La Spezia, nel 2012.

Ingegnere ed ex ufficiale della Marina si trasferì a La Spezia nel 1949, fondando nella città ligure l’azienda IFEN (Industria Forniture Elettriche Navali); i frequenti spostamenti imposti dalla sua professione stimolarono in lui un profondo interesse per l’arte, che si manifestò già nel secondo dopoguerra con le prime acquisizioni di manufatti. Collezionista d’eccezione, nel corso dei decenni successivi Lia organizzò una raccolta di circa 1200 opere, prediligendo specifici periodi storici e alcune tipologie artistiche, quali le tavole dei cosiddetti “primitivi”, nella raccolta ne figurano settanta di datazione compresa tra il XIII e il XV secolo, prodotte da artisti quali Pietro Lorenzetti, Bernardo Daddi, Lippo Memmi, Lippo di Benivieni, Barnaba da Modena, il Sassetta, ma rivolgendo il suo interesse a un campo vastissimo e acquisendo anche tempere e tele (tra le altre, quelle di Vincenzo Foppa, Antonio Vivarini, forse di un Raffaello giovane, di Pontormo, Tiziano, Tintoretto, Sebastiano del Piombo, Canaletto), miniature, sculture, vetri e maioliche, a documentare il gusto e la cultura dell’arte italiana ed europea dall’epoca classica al Tardoantico, fino al Medioevo e all’età moderna.

Nel 1995, grazie alla donazione in vita dell’intera raccolta, ritenuta dai critici d’arte una delle collezioni private più ricche d’Europa e la più importante per i dipinti tra Duecento e Quattrocento, al Comune di La Spezia, è stato istituito in questa città il Museo Civico Amedeo Lia, aperto al pubblico l’anno successivo presso l’antico complesso della chiesa e del convento dei Frati di san Francesco di Paola.

Per Carreum Potentia, Daniela e Bruno Bonino

Bibliografia e sitografia:

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