Su un’altura lungo la strada per Pecetto sorgeva il convento dei Cappuccini, costruito nel 1582 accanto ad una semplice chiesetta, demolita dopo la rivoluzione francese.
Come gli altri conventi piemontesi, anche questo venne soppresso da Napoleone con decreto termidoro anno X (16 Agosto 1802), pubblicato in Piemonte il 31 agosto. Il convento in seguito fu molto rimaneggiato: l’edificio e la chiesa con le loro suppellettili, il giardino attiguo e il terreno circostante, sequestrati dal Demanio, con atto dell’11 aprile 1809 vennero venduti per 6.100 franchi al notaio “imperiale” torinese Antonio Gatti il quale circa dieci anni dopo, demolì totalmente la chiesa e parzialmente il convento e fece costruire una villa per suo uso personale. La villa non conservava nessun aspetto dell’antico edificio. Si sospetta anche che sia stata fatta una costruzione diversa, appartenente allo stesso convento.
Il viale, una volta alberato, ha conservato il nome di “Viale dei Cappuccini”. Al numero civico 41 si possono ancora vedere significativi tratti della cinta muraria. Il muro ovest della cinta si prolunga, probabilmente con funzione di contenimento, verso strada Pecetto, sulla quale si affaccia con una torretta merlata. Al suo interno, però, non esiste più la villa costruita dal notaio Gatti. Dopo essere passata prima al conte Colomiatti, poi all’ing. Giuseppe Gallina, quindi ai Benedicenti (i titolari della Cartotecnica Chierese) è stata abbattuta. In quell’area, a partire dal 1995 l’impresa EDIR di Franco Bona ha costruito un gruppo di ville signorili, poi vendute ad acquirenti diversi.
Nella chiesa parrocchiale di Cambiano si conserva, e viene venerata, la statua lignea della Madonna delle Grazie che si trovava nel coro. Fu donata alla chiesa dal frate cappuccino cambianese Pier Maria Allemano, padre guardiano del convento al momento della soppressione.