Villa Moglia dei Turinetti

La fortuna economica dei Turinetti si era già consolidata nella prima metà del XVII secolo tanto che Giorgio Turinetti, figlio di Ercole, ricopri la carica di Presidente della camera dei Conti sotto la reggenza della prima Madama Reale e il nipote Ercole, agli inizi del XVIII secolo, era ambasciatore di Vittorio Amedeo II di Savoia e dell’imperatore. Nello stesso lasso di tempo la famiglia Turinetti acquisì titoli nobiliari e alcuni feudi come quelli di Pertengo, Priero. Oltre ad una notevole abilità diplomatica ed imprenditoriale, furono grandi mecenati: abbellimento della Cappella delle Anime Purganti nella Collegiata di Chieri che nel 1652 venne eretta a cappella di patronato della famiglia; la cappella del Crocifisso nella chiesa di San Carlo a Torino nella quale venne sepolto Giorgio Turinetti e, infine, l’edificazione della cappella di San Francesco di Sale nella chiesa della Visitazione di Torino. Il ramo chierese della famiglia si estinse nel 1789 con Giuseppe Maurizio Turinetti marchese di Cambiano. Villa Moglia venne acquistata dai marchesi Federici i quali, nel 1925, la cedettero con i terreni adiacenti ai Salesiani che la adibirono a noviziato. Nel 1970 passò all’Istituto Agrario Bonafous e alla città di Torino che l’ha abbandonata all’incuria del tempo e dei vandali. Si trova in una valletta a lato della strada che da Chieri va verso Pecetto.
L’impianto originario comprendeva l’edificio padronale ed un rustico collegato e destinato a filanda perché i proprietari, Ercole Turinetti e la moglie Maria Garagno, si occupavano della lavorazione del filato di seta. A poca distanza venne costruito il ‘Tinaggio’, un edificio utilizzato per la vinificazione. L’attuale complesso è stato modificato, rispetto a quello originario, da Giuseppe Maurizio Turinetti tra il 1770 ed il 1775 con l’abbellimento degli interni e con l’aggiunta di due ali che si staccano a lato del fronte principale e terminano in due piccole facciate di gusto neoclassico ed un portale monumentale sormontato dallo stemma dei Turinetti. Le testate delle due ali tardo settecentesche hanno la forma di cappelle e quella di destra è effettivamente una cappella di famiglia la cui apertura verso l’esterno permetteva la partecipazione alle funzioni religiose anche ai contadini dei dintorni.
L’opera di ristrutturazione della seconda metà del ‘700 è da attribuire a Luigi Michele Barberis, un architetto torinese della scuola di Benedetto Alfieri che conosceva anche l’opera del Vittone. Fu il Barberis che, qualche anno dopo, si occupò del progetto del Santuario della Madonna della Fontana a Riva in sostituzione del Vittone morto nel 1770. Oggi la villa è priva di arredi interni compresi un quadro del Crivelli ed un dipinto attribuito al Beaumont situato nella cappella famigliare. Tutto venne venduto agli inizi del ‘900 e disperso irrimediabilmente.

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